Dall’abbigliamento alla scrittura

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Attraverso la casa editrice che ha pubblicato il suo ultimo libro, “Il fuoco dolce”, abbiamo contattato Edoardo Micati. Agente di commercio per oltre 40 anni, ha coltivato a lungo la passione per la scrittura che poi, dopo la pensione, si è manifestata apertamente. Nel corso della lunga e piacevole chiacchierata che abbiamo fatto, è emersa una grande voglia di Edoardo di continuare a scrivere, nonché l’affetto con cui ha ricordato i lunghi anni da agente. Proprio le vicissitudini occorse durante la sua quarantennale carriera di venditore (“Mi sono sempre occupato di abbigliamento e di confezioni”, ci ha raccontato) gli hanno ispirato il primo volume, nel 2013. Ora, a 81 anni, non ha nessuna intenzione di fermarsi…

Com’è nato “L’isola sulla terra”?

Il mio primo libro è intimamente collegato al mio lavoro di agente. Per anni ho girato in lungo e in largo l’Italia, in particolare la Puglia e la Basilicata. Durante i miei viaggi, mi capitava di parlare con le persone che incontravo per motivi professionali e non solo; mi attraevano i racconti della gente, dagli anziani contadini sino al farmacista, i preti, i carabinieri. Per raccoglierli, siccome i miei genitori erano siciliani, di Messina, prendevo appunti trascrivendoli su dei pizzini. Il libro era ormai nato, ma ci ho messo anni prima di vederlo pubblicato.

Cosa ricorda in particolare degli anni in cui era agente?

Iniziai nell’ormai lontano 1958 e sono rimasto in attività fino al 2001, rappresentando sempre importanti realtà a livello nazionale. Agli inizi, poiché mi occupavo di abbigliamento, portavo con me i campionari del materiale in particolari periodi dell’anno, a febbraio e a luglio. Questo più o meno fino al 1985/’90, quando con l’avvento del cosiddetto “prontomoda” la stagionalità dei capi divenne annuale. Oltre alla possibilità di viaggiare con il mio lavoro ho avuto la possibilità di gestire in autonomia il mio tempo e, soprattutto, di incontrare molte belle persone: sono nati in alcuni casi rapporti di amicizia durati nel tempo sia con altri agenti sia con alcuni clienti.

Al pari di molti suoi colleghi avrà percorso migliaia di chilometri… Con quale mezzo preferiva viaggiare?

Il viaggio in un certo senso fa parte del mestiere e per me era anche un piacere. Credo di aver percorso, durante la mia carriera, diverse centinaia di migliaia di chilometri sempre in macchina. Mi ricordo che spesso da Lecce andavo e tornavo in giornata da Foggia, percorrendo anche 500/600 km al giorno.

Ora è al suo terzo volume, quali altri progetti ha in cantiere?

“Il fuoco dolce” chiude in un certo senso una piccola saga. Ho pronti altri cinque volumi, ma ora ho una certa premura di farli pubblicare, sa com’è alla mia età…

Volgiamo un altro sguardo al futuro, in particolare alle nuove generazioni. Dall’alto della sua esperienza consiglierebbe a un giovane di fare l’agente di commercio?

Certamente. Ci sono tanti aspetti positivi ed è un mestiere che molti possono intraprendere; il mio auspicio, per avere una buona carriera, è che abbiano la fortuna di trovare delle aziende serie e valide. Proprio come è successo a me.

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