Un anno di cambiamenti, il 2013. Un anno di consolidamento, il 2014.
Se immaginiamo una sorta di diario della Fondazione che racconti le trasformazionidella nostra Cassa, possiamo ben dire e riconoscere che i tanti mesi che ci separanoormai dall’inizio del 2013 sono stati vissuti all’insegna di una corsa verso traguardi che rispondono a obiettivi come trasparenza e pulizia, efficienza e razionalizzazione dei costi, miglioramento e rafforzamento dei servizi, valorizzazione delle risorse umane interne.
Delle principali innovazioni introdotte in queste aree abbiamo scritto nel numero precedente e, giorno dopo giorno, abbiamo parlato di esse nel nostro sito, pubblicandoi relativi atti. Dalla Carta dei servizi, che definisce i tempi di istruttoria e di liquidazione delle prestazioni, con certezza di scadenze per i nostri iscritti e pensionati, alla riorganizzazione delle regole e delle procedure che sovrintendono agli investimentidel settore finanza; dal nuovo organigramma, che ridisegna l’assetto delle responsabilità e delle funzioni, ai regolamenti per le selezioni del personale, i conflitti di interesse e i flussi informativi: ebbene, l’azione di revisione e rilancio operata dal management e, strategicamente, dal CdA ha toccato gli ambiti vitali di Enasarco.
Il cambio di verso, in particolare, si riscontra anche nel delicato settore della gestione finanziaria e gli effetti positivi si cominciano a vedere: gli investimenti del passato, ove necessario, sono stati ristrutturati o sono in corso di ristrutturazione mentre i nuovi investimenti sono stati tutti destinati a prodotti prevalentemente liquidi e ampiamenteremunerativi e sicuri, oltre che affidati a operatori fra i più solidi e professionali del mercato nazionale e internazionale. Il tutto compiuto nella massima trasparenza. Non a caso, in diverse occasioni pubbliche, come nel corso del seminario sulla governancedei fondi pensioni organizzato dalla Fondazione, l’attività accennata ha ricevuto apprezzamenti significativi da tutti gli operatori del settore (Ministeri vigilanti, Covip, esperti degli altri enti previdenziali privatizzati).
In definitiva, con lo sguardo rivolto all’anno in corso, come sottolinea il presidente Brunetto Boco nell’intervista che pubblichiamo, abbiamo bisogno di confrontarci con le sfide future e quindi di crescere. L’imperativo è assolutamente il cambiamento. Dobbiamo continuare ad avere capacità di autoriforma, che può essere stimolata da parte di coloro cui dobbiamo rendere conto e che ci controllano e verificano, ma che deve venire innanzitutto da noi. Come siamo riusciti a fare fino a ora e come abbiamo tutta la volontà di continuare a fare.