n.3 (settembre-dicembre)

 

Le speranze, i progetti

L’immagine sulla copertina di questo numero, che vagamente ricorda Magritte, mostra agenti di commercio che volano intorno al mondo. E in particolare, a ben guardare, a quella porzione di mondo costituita dall’Europa e dal nostro Paese. Si tratta di un disegno che parla di voglia di fare, energia, ottimismo, e nello sceglierlo ci siamo chiesti se non fosse poco adatto alle difficoltà di un presente che a più di due anni dall’inizio ‘ufficiale’ della crisi non ci permette ancora di parlare di ripresa, specie con prospettive di qualche solidità.
Ci siamo domandati, in breve, se per esprimere un sentimento di fiducia fosse necessario, oggi come oggi, uscire dalla realtà, evocando anzi il suo opposto: l’incredibile, il surreale, il sogno. Detto questo, l’abbiamo scelta comunque: un po’ perché ci piace, e un po’ perché è solo un’immagine, a cui è legittimo chiedere di essere bella, magari di esprimere una speranza, niente di più.
Poi c’è tutto il resto del giornale, che in molte sue parti si preoccupa di fare sì che le speranze diventino progetti, che lo sforzo comune di tutti, la volontà di ciascuno di far bene il proprio mestiere, la trasparenza e la lealtà tra interlocutori che si rispettano siano bussola, in definitiva, per guadagnare l’uscita da una fase congiunturale certamente non trascurabile.
A questo serve – per stare a ciò che ci riguarda più da vicino – il franco resoconto delle esigenze di equità, stabilità e sostenibilità che sono alla base delle scelte della Fondazione in materia di Regolamento. E a questo servono – allargando un poco lo sguardo – le riflessioni del professor Geroldi sul sistema pensionistico europeo (e italiano) e sull’importanza del secondo pilastro, così come quelle del professor Pivato su come il modello di ‘azienda collaborativa’ sia quello più adatto a fronteggiare le attuali difficoltà. A questo vogliono servire, anche, l’ampia case history su una grande realtà come la divisione dolciaria di Nestlé, o l’approfondimento sulla formazione, sul modo in cui si trasforma, sul suo rilievo cruciale.
Come un’immagine è solo un’immagine, un giornale è solo un giornale. Lo facciamo, però, cercando di affiancarci all’esperienza quotidiana degli agenti di commercio in modo utile e partecipativo, di raccontare il passaggio che intercorre tra speranza e progetto. Un tragitto che, oggi più che mai, ci riguarda tutti.