Rassegna stampa: Focus su giovani e mondo del lavoro

Due articoli pubblicati su Il Sole 24 Ore riflettono sulla disoccupazione giovanile e sulla necessaria progettualità per contrastare un fenomeno sviluppato in tutta Europa, ma che in Italia sta raggiungendo cifre allarmanti. Il punto di partenza è lavorare e investire sulla formazione professionale delle giovani generazioni.

I giovani pagano le carenze formative di Carlo Carboni (Il Sole 24 Ore, 11/04/2017)

Mentre si avviano le prime timide sperimentazioni di politiche attive del lavoro con l’Anpal e non si spengono le polemiche sui voucher, la disoccupazione giovanile resta elevata. Disoccupazione e neet, ormai sono due grandi parcheggi per giovani. È una ferita strutturale, di cui si occupano la famiglia, come ammortizzatore sociale, e l’opinione pubblica. La politica o “vola alto”, tra reddito e lavoro di cittadinanza – senza per altro chiarire nulla sui nuovi modelli sociali impliciti – oppure trascura la “questione giovanile”. Gli interventi di contrasto adottati hanno dato limitati risultati e i giovani rischiano d’incubare marginalità sociale. Ci sono un paio di attenuanti a questa situazione drammatica: la disoccupazione giovanile è fenomeno strutturale diffuso anche nella Ue, ma in misura inferiore (22%). Inoltre, l’abbondanza di offerta di lavoro non è una novità per l’Italia, ma una costante storica della sua modernità novecentesca. La mancanza di lavoro però oggi colpisce in prevalenza i giovani, outsider e potenziali nuovi emigranti: si è insider da 40 anni in su, oltre i quali il tasso di disoccupazione cala drasticamente a livelli europei. 

L’eccedenza di offerta di lavoro giovanile è un paradosso per una società che rapidamente invecchia. Tra le cause di questo fenomeno, due sono largamente accreditate. La prima è che i turnaround tecnologici e organizzativi a cui si sono sottoposte le aziende in questi anni di marosi economici e finanziari, hanno penalizzato il turn over occupazionale (Pa inclusa).

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La versione completa dell’articolo è disponibile su Il Sole 24 Ore.

 

Una situation room per l’occupazione giovanile di Federico Butera e Andrea Illy (Il Sole 24 Ore, 12/04/2017)

Nell’interessante articolo di Carlo Carboni (Il Sole 24 Ore dell’11 aprile), la disoccupazione giovanile italiana viene definita una “ferita strutturale” ammortizzata dalle famiglie ma non messa in agenda come un’emergenza dalla politica che “vola alto”.

Le cause di questa situazione sono molteplici e non c’è una singola arma strategica per combatterla. Certamente bisogna partire da quelle che Carboni chiama le “terre di mezzo” , ossia le esperienze di integrazione fra scuola e lavoro nel processo di formazione dei giovani.

Le aree di azione in queste “terre di mezzo” sono principalmente tre: la formazione tecnica e in particolare l’Istruzione tecnica superiore (Its) che corrisponde a quelle che in Germania si chiamano le Fachhochschule; i programmi di alternanza scuola-lavoro varati dalla legge sulla Buona Scuola; le lauree professionalizzanti.

La distanza fra il sistema educativo e le imprese si è in questi anni fortunatamente attenuata: questo è un treno già in corsa, si tratta ora di accelerarlo per ottenere risultati quantitativi e qualitativi di ordini di grandezza adeguati alla magnitudo del problema della disoccupazione giovanile.

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La versione completa dell’articolo è disponibile su Il Sole 24 Ore.

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