Intervista al Presidente Alfonsino Mei

Di seguito l’articolo pubblicato su “Il Sole 24Ore”:

Ridurre il peso del patrimonio immobiliare con l’obiettivo di una riqualificazione mirata e ridisegnare il portafoglio degli investimenti mobiliari soprattutto verso imprese italiane, privilegiando quelle impegnate nella transizione ecologica. 

L’Enasarco, l’ente di previdenza degli agenti di commercio italiani, si avvia a chiudere il primo anno di gestione della presidenza di Alfonsino Mei, in carica da gennaio dopo la soluzione di un contenzioso sugli esiti delle elezioni degli organi amministrativi. I prossimi 28 e 29 novembre sarà presentata la Relazione Annuale Enasarco sui temi di lavoro, pensione e situazione economica. “L’obiettivo è quello di posizionare la Fondazione al centro del sistema previdenziale italiano e della vita del Paese, in una costante e proficua interlocuzione con le istituzioni. Si tratta di un nuovo corso, volto a mutare la sua reputazione, anche attraverso il coinvolgimento di tutte le forze rappresentative” dice Mei. 

Tra i primi atti della gestione l’affidamento dell’incarico di due diligence del patrimonio immobiliare che ammonta a 2,8 miliardi, di cui 600 milioni sotto forma di quote di fondi immobiliari, mentre il grosso è posseduto direttamente, e si tratta di circa 5.500 appartamenti e 61 immobili a uso commerciale, tra i quali due piani della celebre Galleria Alberto Sordi di Roma, ora in profonda ristrutturazione, che riaprirà ad aprile. 

Per legge dall’attuale 30-35% del peso immobiliare sul patrimonio complessivo di 8,4 miliardi dobbiamo scendere al 20-25 per cento. E quindi venderemo e allo stesso tempo agiremo per riqualificare gli asset. Ad oggi ogni anno sul patrimonio immobiliare perdiamo 25 milioni e questo deve cambiare”. Una perdita, questa, che si mangia gran parte dei guadagni della componente finanziaria: lo scorso anno il rendimento degli 8,4 miliardi è stato dello 0,5 per cento. “Abbiamo come obiettivo effettuare investimenti mobiliari verso imprese italiane, anche in un’ottica di “filiera” per i nostri associati, per offrire servizi prodotti dalle imprese dove investiamo. Ricordo, inoltre, che quest’estate abbiamo approvato il documento di Asset Allocation Strategica che dà il via a un primo investimento di circa 500 milioni di euro in BTP. In tal modo la Fondazione Enasarco si impegna ad attuare una politica di risparmio, di tutela degli agenti, ma allo stesso tempo investe in economia reale”. 

Ma certamente la ristrutturazione del patrimonio non è l’unico commitment: “la Fondazione è impegnata a fornire agli iscritti servizi di welfare innovativi ed efficaci, nella consapevolezza che gli iscritti sono al centro delle attenzioni e delle scelte operative dell’Ente. In tale direzione è orientato il costante e proficuo dialogo già avviato con il nuovo Governo”. 

Cosa chiedete all’Esecutivo Meloni? “Nel 2021 gli iscritti sono 351 mila, circa 218 mila sono i contribuenti e 133 mila i pensionati Enasarco. Ora serve allargare la base degli iscritti per garantire effettivamente la sostenibilità previdenziale su una prospettiva di 50 anni. Noi perdiamo ogni anno circa 4 mila agenti, anche a causa dell’avanzare delle piattaforme commerciali. Quindi è importante pensare di inserire nuove professioni, penso ai 65 mila procacciatori d’affari con partita Iva, ma anche a web designer, influencer e altre figure. Così da riequilibrare il rapporto tra contributori e pensionati”. 

Già, perché Enasarco svolge istituzionalmente, tra gli altri, compiti di welfare integrativo. “Il welfare obbligatorio di primo pilastro, pagato dalla fiscalità o dai contributi previdenziali, è destinato a svolgere un ruolo sempre meno “centrale”; pertanto, il secondo pilastro è sempre più al centro dello sviluppo e del benessere della società moderna”. Nel 2021 “sono state garantite le risorse dedicate al ristoro in favore degli agenti in difficoltà a causa della crisi economica generata dalla pandemia da Covid-19; tali contributi hanno rappresentato il 20% della spesa assistenziale sostenuta dalla Fondazione. La parte più rilevante delle prestazioni di welfare erogate dalla Fondazione è comunque dedicata alla tutela della salute degli agenti e della propria famiglia. Nel 2021 le prestazioni erogate a titolo di tutela della salute e del benessere psicofisico – aggiunge Mei – hanno rappresentato il 45% della spesa complessiva. Tali prestazioni hanno garantito, in aggiunta alla polizza sanitaria per gli agenti, un contributo ulteriore agli iscritti e ai loro congiunti. Il progetto è quello di rivedere il welfare a favore degli iscritti e, allo stesso tempo, procedere con una revisione integrale degli attuali servizi, con il fine di aumentarne l’efficacia”. 

Il 2021 ha chiuso con un avanzo di 188 milioni, di cui 150 per contributi degli iscritti: “Per quest’anno contiamo di realizzare un utile in forte miglioramento”.   In questo quadro, quindi, di economia in difficoltà – tra recessione incombente e inflazione molto alta, e resa ancora più incerta dalla guerra in Ucraina – servono dei punti fermi, dice Mei: “nell’attuale delicato scenario, le Casse di previdenza private possono giocare un ruolo fondamentale, poiché sono consapevoli che, contro la crisi economica che attanaglia il nostro Paese e incide profondamente anche sulle libere professioni, è importante rafforzare le misure inerenti il welfare”.

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